In
banca, mettiamo i nostri risparmi, i nostri averi, i nostri “tesori”, perché
vengano custoditi al meglio e perché siano più al sicuro. Perché non mettere in
banca anche il nostro cervello?
“We
want your brain” è questo lo slogan della “Banca dei cervelli”. Si tratta di
una banca statunitense, alla quale, una volta morti, è possibile donare il
proprio cervello perché questo venga studiato e analizzato. Insomma, è
possibile donare il proprio cervello alla ricerca, questa pratica, molto
diffusa in America, basti pensare che ad Hardvard vengono conservati circa
7.000 cervelli, si sta sviluppando anche in Italia. L’unico centri nazionale di
raccolta di cervelli è l’Ospedale Niguarda di Milano, dove vengono raccolti cervelli
dei malati di Parkinson o Alzheimer o di persone colpite da tumori celebrali.
L’obbiettivo è fornire ai ricercatori i campioni di tessuto indispensabili per
studiare e cercare rimedio ad alcune patologie.
L’idea
di donare il proprio cervello, che verrà conservato intero in formalina o
peggio sezionato (tagliato a fette come una torta) può sembrare macabra, ma,
come afferma Antonio Federico (professore di neurologia all’Università di
Siena) “questi tessuti potranno dare una mano decisiva alla ricerca di una cura
per molte malattie. Ma anche i cervelli sani sono utili, perché forniscono
tessuti di confronto”.
Quindi,
credi che il tuo cervello sia ancora buono, pensi che non lo sfrutterai mai
fino a sfinirlo? Allora, beh, potresti regalargli una nuova vita!
Brrr... mi fa un po' senso!
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