“Io
vi maledico” è il grido di rabbia di
un’Italia costretta troppe volte a tacere, di un’Italia che soffre nel
silenzio. Concita De Gregorio, giornalista di “Repubblica” ha riunito sotto
questo titolo diverse storie italiane, storie di rabbia e di dolore, storie
caratterizzate dall’immobilità e dall’incapacità di reagire.
La
giornalista, sembra dare nuova vita al romanzo realistico novecentesco, una
volta soffiata via la polvere degli anni, resta una classe medio bassa
schiacciata da quella dominante, restano i protagonisti che in balia degli
eventi della vita non sono in grado di reagire né di cambiare, e non hanno la
possibilità di ribellarsi. “Io vi maledico” è l’affermazione di Flavia
Schiavon, figlia di un imprenditore padovano che schiacciato dai debiti ha
deciso di togliersi la vita; é il grido di Sabrina Corisi, un’altra figlia, che
chiede giustizia per il padre, un operaio dell’Ilva di Taranto morto di tumore
al polmone dopo essersi battuto per anni contro i veleni minerali provenienti
dall’acciaieria. “Io vi maledico” è un libro che raccoglie la rabbia per le
ingiustizie e la frustrazione per i sogni infanti, come quello dell’operaio di
Sulcuis che voleva partecipare a “X Factor” o quello delle donne sindaco di
Calabria e Sicilia che non possono fare il loro lavoro perchè si trovano a combattere
senza speranza contro la mafia. Lo schema seguito dalla De Gregorio ricalca
davvero quello delle novelle realiste di Verga o Capuana, ma non cade nel
banale, né nell’eccesiva esaltazione della “classe umile”, il suo realismo è sì
una condanna, ma non si sa bene a chi. Alla classe forte o agli italiani, al
popolo che rassegnato sopporta?
L’autrice
dedica alcune pagine a quella che appare l’unica reazione di cui oggi siamo
capaci, quella di inneggiare alle rivoluzioni sui social network, affidando la
nostra rabbia solo ai mondo irreale del web. Gruppi di giovani e non solo
utilizzano la rete per sfogarsi, esprimendo virtualmente le loro sofferenze e
frustrazioni. La lotta alle ingiustizie sembra avvenire solo on-line, come se
la vita reale fosse un’altra cosa.
Dal
libro-inchiesta “Io vi maledico” si delinea un’Italia quasi passiva, arrabbiata
sì, ma rassegnata, priva pulsioni rivoluzionarie. È inevitabile collegare gli
italiani descritti dalla De Gregori con gli italiani di Beppe Grillo, chi più
di lui è riuscito ad incarnare i sentimenti di questa società stanca e
arrabbiata? L’unica differenza è che con lui la rabbia rischia di trasformarsi solo
in grida, battutine e volgarità. “Io vi maledico” è un’edizione che adesso,
dopo un mese dalla sua pubblicazione può essere letta come involontariamente
profetica, le elezioni ci hanno dato prova del sentire degli italiani, sentire
che l’autrice aveva già esplicitato.
“Poco a poco, come le pietre di una collana,
tutte queste storie diventavano un rosario: non di una preghiera, però. Di una
maledizione. Diventavano tutti i colori della rabbia:la geografia esatta del
disamore per chi ti ha promesso e poi negato, per chi ti ha illuso, per chi sa
solo chiederti e mai dare”.
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