Sono
passati i tempi del “cogito ergo sum”, al buon vecchio Cartesio dispiacerebbe,
ma oggi, a definire la nostra esistenza non è più il pensiero ma il web.
Già,
i social network hanno invaso le nostre vite e ne sono diventati parte
integrante. Teniamo aggiornati i nostri stati di Facebook, Twetter e i più
tecnologici anche di Google + in tempo reale; utilizziamo il web come una
vetrina, per mostrare agli altri noi stessi, le nostre passioni e paure, i
nostri sogni e i momenti più o meno personali. La vita è più virtuale che reale.
Se non scrivi, se non hai un profilo su qualche social semplicemente “non sei”,
è come se non esistessi. “Digito ergo sum” ecco quale è l’evoluzione del
concetto che gettò le basi del razionalismo filosofico. Pubblicare stati, post
e canzoni è prova inconfutabile di esistenza. Sono, perché nel mondo di
Internet sono attivo.
Questa
del “digito” è però un epoca che, come tutte le cose moderne, avrà una vita
breve, infatti già avanza trionfante l’era del “clicco ergo sum”. Infatti grazie
a IPhone e Blackbarry e a Instagram, la vera modernità è scattare fotografie e
postarle in tempo reale sul web. Le parole non bastano più, sono fondamentali
le immagini per mostrare al mondo di
internet le nostre nuove scarpe o il tatuaggio appena fatto, per informare
tutti che stiamo bevendo un aperitivo con gli amici. Ovviamente ogni immagine
deve essere accompagnata dalla sua didascalia fashion “spritz#amici#piazza#love
ecc…”.
Ovviamente
non voglio criticare il web in sé, infatti esso rappresenta una risorsa
fondamentale ai giorni nostri, io stessa non potrei resistere più di qualche
giorno senza connessione internet, ma come diceva un certo Orazio “est modus in
rebus”. Ogni cosa deve rispettare un certo equilibrio, il web è fondamentale
per stare al passo con i tempi, ci apre a infinite possibilità, ci mette in
contatto con il mondo, ma in certi casi, non rischiamo di abusarne?
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