Parole, quante ne usiamo ogni giorno? quante ne conosciamo?
quante ne esistono? Parliamo di parole, anzi della parola, un concetto
astratto, convenzionalmente accettato ed utilizzato per indicare un’idea.
Le parole quindi rimandano a delle idee nella nostra mente, sono associate a delle idee. Ma in sé, le parole, non hanno alcun significato, cosa vorrebbe dire “sedia” se noi non la associassimo all’oggetto? Cosa vorrebbe dire “amore” se noi non avessimo identificato con questo termine un particolare sentimento? Quale è l’origine delle parole? Da dove nascono? E cosa ci assicura che “penna” sia il termine più adatto per indicare la “penna”, perché non la chiamiamo “letto”?
Le parole quindi rimandano a delle idee nella nostra mente, sono associate a delle idee. Ma in sé, le parole, non hanno alcun significato, cosa vorrebbe dire “sedia” se noi non la associassimo all’oggetto? Cosa vorrebbe dire “amore” se noi non avessimo identificato con questo termine un particolare sentimento? Quale è l’origine delle parole? Da dove nascono? E cosa ci assicura che “penna” sia il termine più adatto per indicare la “penna”, perché non la chiamiamo “letto”?
Le parole possono assumere sensi e significati diversi, in
base all’utilizzo che ne si fa, possono essere “tradite” quando usate nel modo
scorretto. Le parole sono potere, forza, non servono solo ad indicare un
oggetto o un’idea, richiamano sensazioni, le parole raccontano, convincono,
persuadono, producono cambiamenti.
Hanno in sé delle enormi potenzialità, a cui noi,
nell’utilizzo che comunemente ne facciamo, non pensiamo nemmeno.
Friedrich Wolf in “L’arte è un’arma” afferma questo sulla parola:
Für euch ist das Wort ... Explosion,
das euer Schweigen zerbricht!
Drum hütet das Wort,
verplempert es nicht!
Seid hart! Seid klar!
Jedes Wort ist Gefahr!
Denn Wort ist
Waffe!
Per voi la poarola è….Esplosione,
Poiché la parola è un’arma!
che distrugge il vostro silenzio!
Per ciò custodite la parola,
non sprecatela!
Siate duri, siate chiari!
Ogni parola è un pericolo!
La forza della parola è un argomento che affascina gli
uomini fin dall’antichità, la retorica ad Atene e a Roma era fondamentale, e anche
in tempi moderni, la parola è stata studiata, distrutta e ricostruita,
combinata e analizzata a fondo. Pensiamo allo sperimentalismo di Pascoli, alle
parole in libertà del Futurismo o alla poesia di Ungaretti. Oggi sembra che la
potenzialità delle parole siano pese, soprattutto nel parlato utilizziamo
termini errati perché “hai capito cosa intendo dire”, è come se ormai, non
fosse più importante il modo di esprimersi ma solo il concetto, solo il senso.
Come se non si potesse sprecare tempo a rendere bella una frase e a cercare le
parole giuste.
Ecco perché ogni tanto scriverò riguardo ad esse e all’utilizzo
che ne facciamo, e al peso che gli diamo.
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