venerdì 26 ottobre 2012

Giulia non esce la sera



                                    

“Giulia non esce la sera”, è un film del 2009, diretto da Giuseppe Piccioni. Che io ho visto solo in questi giorni.
In ogni caso, “Giulia non esce la sera” è un film che non saprei definire esattamente. È un film interessante, triste, che potrebbe essere drammatico, ma non lo è, che potrebbe essere introspettivo, ma non lo è.
Guido (Valerio Mastrandrea)  è uno scrittore che non ha troppo successo, la sua vita ci appare insensata, come una continua ricerca nemmeno troppo affannata. Guido sembra costretto all’interno di regole e leggi che non conosce e che non vuole conoscere. È insoddisfatto di sé stesso e del suo lavoro, non sa nemmeno perché faccia lo scrittore, vive ossessionato dai personaggi dei suoi racconti. Personaggi anch’essi in bilico, frustrati, che vagano errando e cercando sé stessi. Nonostante la poca fiducia nel suo talento, Guido, arriva quasi a vincere un premio, che ovviamente gli sfuggirà, e che forse lui stesso non voleva vincere o non credeva di poter vincere.
Vive in un mondo che appare falso, finto, dall’editoria, al rapporto con la moglie. Tra i due l’amore non esiste ormai più, ma lei, Benedetta cerca di sistemare le cose, cerca una via per riavvicinarsi al marito. Guido invece non è interessato, come sembra non esserlo per nulla. L'unica ad attirare la sua attenzione sarà Giulia (Valeria Golino), che Guido conosce in  piscina.
Questo sembra il momento di svolta della narrazione. Non una svolta romantica o leggera. Anzi. 
L’innamoramento tra i due è qualcosa di freddo, che appare come ovattato, come se le emozioni vengano filtrate e bloccate , come i rumori sott’acqua. Non c’è grande passione, ne grandi promesse, non si parla di amore, non ci sono i sorrisi, non c’è l’allegria e la felicità tipica dell’innamoramento. I due si incontrano, come se fosse inevitabile, e come se realmente nemmeno lo volessero. Sembrano osservare gli avvenimenti della loro vita senza provare vere emozioni, come se si stessero guardando sott’acqua (come in una scena del film) nuotando senza gravità nascosti in un mondo alternativo, da dove non si può comunicare con l’esterno. 
Due personalità diverissime. Lo scrittore fantasioso e l’istruttrice di nuoto, poco colta, che parla utilizzando più parolacce che vocaboli. 
“Non esco mai la sera” è la risposta di Giulia all’invito di Guido. Poco dopo, in modo molto diretto Giulia spiega il perchè : ha ucciso un uomo, è in carcere ed ha ancora sette anni da scontare. Giulia lo dice bruscamente, non vuole che gli altri provino pietà, non cerca scusanti, non è pentita, pretende di essere accettata per come è e per quello che ha fatto. Riserva sentimenti di affetto solo per la figlia, e il primo marito, che ha abbandonato per seguire l’uomo sbagliato. Ed è a questo punto, a mio parere che si capisce il tema centrale del film. Il coraggio. 
Il coraggio di guardare in faccia la realtà e di accettare le conseguenze delle proprie azioni. Giulia lo ha, fino all’estremo. Guido non ne sembra capace. Non lascia la moglie, non ha un vero dialogo con la figlia. È passivo. Non vince il premio e non è dispiaciuto, sta perdendo la moglie e non tenta di recuperarla…Questo clima di malinconia, attesa e impotenza è reso benissimo dalla colonna sonora dei “Baustelle” in cui prevalgono i toni bassi e cupi, capaci di raccontare i moti dell’animo umano (nel brano “Piangi Roma” canta anche la Golino). 




Nessun commento:

Posta un commento