Franco
Battiato assessore alla cultura della regione Sicilia. Questa recente notizia,
mi ha inizialmente spiazzato. Poi ci ho pensato sopra per bene, e nonostante
alcuni dubbi e perplessità, mi pare un’ottima notizia.
Inizialmente,
mi è parsa una cosa assurda. Atre e politica, cosa c’entrano l’una con l’altra?
E soprattutto, l’arte, che per
definizione è libertà, non dovrebbe mischiarsi alla politica, rischiando di
perdere la propria autonomia d’espressione. E questo, lo penso ancora, cioè un
artista che si è lasciato “catturare” dalla politica, dovrà in ogni caso,
misurarsi sempre con essa, dipendere, in un certo senso dall’agire politico suo
e dei suoi colleghi. Però, leggendo le interviste rilasciate dal cantautore mi
sono rassicurata, Battiato non vuole essere chiamato assessore “chiamatemi
Franco, e sarò Franco” (simpatico doppio senso) e ha rinunciato allo stipendio.
Già, la rinuncia allo stipendio, mi ha colpito, perché significa che
effettivamente il nuovo Assessore alla Cultura siculo, anzi Franco, ha deciso
di accettare questo incarico, come una missione, una chiamata, senza volersi arricchire
ne farsi pubblicità (unica motivazione per molti nostri politici).
Inoltre,
Battiato, si sa, è un vero uomo di cultura, non è un semplice cantante, è un cantautore,
e i suoi testi, sono quasi poesie. Un artista, non è un tecnico, non è un politico
in cerca di denaro e del plauso della folla, un artista è una creatura
differente dalla massa, un artista ha una sensibilità diversa, conosce gli
uomini, i loro desideri, le loro paure, è vicino alla gente, è immerso nella
folla, ne conosce le passioni e le dinamiche.
Quindi,
beh buon lavoro a Battiato, che entra in politica senza essere, ne voler essere
un politico.
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