lunedì 15 ottobre 2012

Il verbo leggere non vuole l'imperativo


                                             I dieci diritti del lettore.... 

 

Mi è capitato centinaia di volte di chiedermi perché mai, nonostante io adori leggere, mi sia sempre rifiutata di scegliere i libri proposti dagli insegnanti come letture per le vacanze estive.
Prendevo la lista, la leggevo con cura, memorizzavo i titoli e quando andavo in una libreria o biblioteca, stavo attenta a non scegliere quelli indicati. Ho sempre letto molto, almeno una dozzina di libri a estate, ed evitare quelli indicati non era così semplice. Una sola volta lessi un libro su indicazione di una profe, e subito mi innamorai della storia e dell’autrice. Ma quello fu un caso speciale, così come speciale era l’insegnante e il mio rapporto con lei.
In ogni caso, non ho ancora capito perché fossi così ostinata e cocciuta; però dopo aver scoperto i “diritti del lettore” di Pennac, la mia scelta di anni fa, mi pare un po’ più logica.
In poche parole, Pennac afferma che il libro è un oggetto personalissimo, che non può essere assegnato dall’alto, che deve trovare una rispondenza in chi legge e che richiede una scelta autonoma e individuale. “il verbo leggere non sopporta l’imperativo…”. Giusto!!
Ecco i dieci comandamenti, anzi diritti del lettore:
-         Il diritto di non leggere
-         Il diritto di saltare le pagine
-         Il diritto di non finire un libro (quante volte ci torturiamo solo perché pensiamo che sia     nostro dovere leggere un libro per intero??)
-         Il diritto di rileggere
-         Il diritto di leggere qualsiasi cosa 
            Il diritto al bovarismo (da Madame Bovary di Flaubert, semplicemente significa il diritto a leggere tutto, anche i romanzi rosa più frivoli)
-         Il diritto di leggere ovunque (cosa c’è di più bello che leggere in un parco?)
-         Il diritto di spizzicare
-         Il diritto di leggere a voce alta
-         Il diritto di tacere

Beh. Lettura è anche creatività, è un atto di volontà, è un atto creativo, perché coinvolge le attività fantastiche, razionali e sentimentali, induce il lettore ad immaginarsi in luoghi e situazioni diverse. La lettura forma e arricchisce, ma solo quando è spontanea.
Certo è dovere degli insegnati e dei genitori spingere un poco i ragazzi all’amore per il libri, ma senza forzarli, perché la lettura è un mondo fantastico, in cui si entra per conto proprio. 

2 commenti:

  1. Il diritto di leggere ovunque è geniale!
    Chi non si è mai portato un libro alla toilette facendo inferocire i parenti i coda? Quando sei nel bel mezzo di una storia non importa se devi dormire, mangiare o fare altro. Devi sapere come andrà a finire sia che il colonnello Buendia stia perdendo un'altra guerra sia che Bella debba decidere se diventare un vampiro.
    I miei genitori, previdenti, avevano comprato una casa con due bagni (all'epoca non c'erano i vampiri e non conoscevo Marquez, ma è stato utile lo stesso)

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  2. ahha simpaticissimo il tuo commento!! che dire...perfettamente d'accordo!! :D

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